Il costo del trattamento implantare varia da caso a caso: dal numero di impianti necessari e dalla necessità o meno di un aumento dell'osso. Altri fattori che possono modificare il costo del trattamento includono la confezione del manufatto protesico da parte del laboratorio odontotecnico. Il preventivo potrà essere calcolato solo dopo aver eseguito un piano di trattamento analizzando tutti questi fattori. Per la sostituzione di un singolo dente, un impianto unico rappresenta un’opzione di trattamento con un maggiore costo/beneficio rispetto a una protesi dentale tradizionale a tre unità fisse. Per la sostituzione di più denti, gli impianti dentali sono associati a costi iniziali più elevati, ma rappresentano un miglioramento della qualità di vita del paziente rispetto ai tradizionali ponti o protesi mobili.
La chirurgia implantare viene effettuato dopo aver somministrato al paziente una dose adeguata di anestesia locale per ridurre al minimo il disagio durante l'intervento. Dopo l’intervento si possono prescrivere antidolorifici appropriati. Il paziente deve osservare qualche giorno di riposo dall’attività fisica medio-intensa, ma può tornare alle sue attività quotidiane dopo poche ore.
L’intervento chirurgico ha una durata che dipende dal numero degli impianti e dalla necessità di eseguire o meno altri trattamenti chirurgici concomitanti. La durata dell’intervento può variare da una mezzora per un impianto semplice alle due ore nei casi più complessi.
L’impianto dentale è l’alternativa terapeutica preferibile nel caso di edentulie singole, multiple e totali. Un controllo della malattia parodontale, l’assenza di controindicazioni assolute e un’adeguata quantità ossea (pre-esistente o rigenerata) sono requisiti necessari per eseguire questo trattamento.
Il trattamento, dalla prima visita alla riabilitazione definitiva generalmente varia dai tre ai nove mesi. Dopo l'inserimento dell'impianto nel paziente, il processo di osteointegrazione dura generalmente da 6 a 8 settimane, periodo indispensabile affinché l’impianto raggiunga quindi la stabilità necessaria per poter sopportare i carichi funzionali. Nel caso in cui sia stato eseguito un intervento di rigenerazione i tempi possono essere più lunghi. Il periodo di guarigione è individuale e può quindi variare sia in base alle condizioni di salute del paziente che alla chirurgia effettuata.
I rischi e le complicanze della chirurgia implantare sono paragonabili ad un comune trattamento chirurgico odontoiatrico se il paziente è in buona salute. Condizioni cliniche preesistenti come la presenza di diabete o osteoporosi) possono aumentare i fattori di rischio associati alla terapia. Il dentista deve considerare anche questi fattori nell’elaborazione di un piano di trattamento individualizzato.
Le controindicazioni mediche assolute al posizionamento degli impianti sono molto rare in quanto il rischio di infezione locale con un impianto osteointegrato è molto scarso. Tra le controindicazioni assolute rientrano: infarto del mio cardio recente (< 6 mesi), radioterapia a testa e collo e pazienti sottoposti a chemioterapia o ad un trapianto da meno di sei mesi.
Tuttavia esistono controindicazioni relative che devono essere analizzate dal medico. Alcune di queste includono: problemi cardiocircolatori, diabete non controllato, patologie ossee che prevedono l’uso di bisfofonati, scarsa igiene orale, malattia parodontale, fumo ecc..
Controindicazioni alla terapia implantare:
Le controindicazioni mediche assolute al posizionamento degli impianti che sono legate ai fattori di rischio del paziente comprendono le patologie sistemiche e l’assunzione di farmaci che controindicano la chirurgia. In caso di patologie sistemiche significative (patologie cardiocircolatorie, respiratorie ecc..) è opportuno coinvolgere il medico curante nella decisione sulla terapia implantare.
I fattori di rischio legati al paziente devono essere analizzati dal dentista e sono: il fumo, una patologia diabetica scompensata, una chemioterapia antiblastica in atto, l’immunodepressione, il morbo di Paget e l’assunzione di bifosfonati e la presenza di para funzioni.
Le controindicazioni locali del trattamento comprendono: radioterapia recente, patologie dei mascellari, malattie delle mucose, igiene orale inadeguata, malattia parodontale non controllata, spazio mesiodistale intercoronale e/o interradicolare inadeguato, volume osseo insufficiente e non incrementabile e condizioni estreme di alta o bassa densità ossee.